Querida presencia

Nel bene e nel male, nel presente e nel passato, in ogni occhio, in ogni gamba, 

in ogni muro, in ogni gesto, rimbomba la Querida presencia

 Cuba, Avana, vista dal palacio Bacardi
Cuba, Avana, vista dal palacio Bacardi

Il racconto fotografico di Cuba inizia nel 2011, Fidel Castro è ancora in vita, anche se ormai ha lasciato la guida del Paese al fratello Raul. Si sente nell'aria il sacrificio di tanti anni di rivoluzione, nonostante tutto in ogni angolo anche la fierezza.

Passeggiando per le strade di ogni città cubana, la storia si riaffaccia prepotente e fa riemergere la tenacia di un popolo che in ogni modo ha cercato di mantenere la propria indipendenza da un' "egemonia straniera", e dal suo sistema capitalistico, sopportando con difficoltà la propria (r)esistenza. Il cubano ogni giorno improvvisa mestieri per strada, un giorno meccanico, un giorno pescatore, un giorno guida turistica.

La voglia di emancipazione, tanta tra quelli che pensano di lasciare il Paese in cerca di fortuna, convive con un altra realtà sociale, quella che mantiene vivo l'ideale della resistenza al Capitalismo. 

Nel 2013 il mio ritorno a Cuba trova la medesima situazione politica, ma il Presidente degli Stati Uniti Obama è al quarto anno di mandato e si percepisce un' atmosfera più rilassata, il braccio di ferro tra i due Paesi si sta allentando e si comincia a parlare della revoca dell'embargo. Questa volta dedico il mio racconto fotografico alla religione che si divide principalmente tra la Cattolica e seguaci della Santeria. 

La prima arriva dall'Europa, dalla colonizzazione spagnola del Nuovo Continente, la seconda nasce dalla fusione del Cattolicesimo e le tradizioni africane arrivate sull'isola insieme ai deportati neri da impiegare come manovalanza. 

Quando torno nel 2017, Il Leader Maximo è morto e uno stanco Raul fatica a tenere i figli della rivoluzione lontani dalle tentazioni consumistiche americane ed europee;

trovo una Cuba cambiata, aumentati i locali di concezione occidentale, e con essi i prezzi, paesi  quasi sconosciuti, che esploravo camminando su stradine sterrate, ad esempio Viñales, ora sono al centro della ricezione turistica, con il suo asfalto, i suoi locali, le sue banche. In questi anni di assenza è arrivato Internet; gli accessi ai siti sono ancora sotto la supervisione del Governo, tanti sono bloccati e irraggiungibili per i cubani, il costo di navigazione rimane ancora molto alto, ma ormai quella "minaccia" all'ordine del Paese che Castro ha tenuto lontano per anni, ha ricevuto il lasciapassare. Cuba è un Paese pieno di contraddizioni, il forte contrasto rimane e rimarrà una forte prerogativa.

Ho provato a raccontare quello che si prova tra le vie dell'Habana e nel resto dell'isola,

guardando attentamente le immagini puoi immaginare profumi e suoni, e i colori di questo straordinario Paese che mi accompagneranno per tutta la vita.